Glossario di psicologia
Il modello delle emozioni di Frijda e Lazarus
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di Emanuele Fazio
Il modello delle emozioni di Frijda e Lazarus
In un precedente articolo, ho parlato del rapporto tra emozione e motivazione. Ho inoltre accennato al modello di Frijda e Lazarus, sostenendo che l’emozione è un fenomeno complesso e formato da diverse componenti; l’emozione attiva e guida uno o più comportamenti (sia motori che mentali). Secondo Frijda e Lazarus, ogni singola emozione consta di almeno sei componenti. La sequenza con cui queste componenti si dispiegano varia a seconda del modello teorico postulato.
Mi limito per adesso ad elencarle senza attribuire sequenzialità. Iniziamo dalla prima componente: la valutazione cognitiva (cognitive appraisal).
Emanuele Fazio
Psicologo a Roma Nord
Il modello delle emozioni di Frijda e Lazarus
La teoria della valutazione cognitiva (proposta da Richard Lazarus), postula che alla base di ogni emozione vi sia una valutazione cognitiva. Tale valutazione è composta da due fasi, una valutazione primaria e una valutazione secondaria. Pertanto i processi cognitivi (specialmente quelli che sono reclutati per la valutazione) sono un elemento fondante dell’emozione propriamente detta. Gli altri due processi coinvolti, sempre secondo il modello proposto da Lazarus, sono il processo motivazionale prima spiegato e un processo chiamato relazionale che attiene la salienza attribuita in prima istanza (quindi prima ancora che il processo cognitivo si attivi), che si misura in valenza (positiva oppure negativa) e intensità (vari gradi di intensità).
Quindi la prima componente è cognitiva ed è chiamata valutazione cognitiva. Accade qualcosa nell’ambiente o nella particolare relazione che lega l’uomo al suo ambiente per cui l’uomo valuta che qualcosa sta accedendo e che merita attenzione. Si tratta di una componente di cui non abbiamo totale consapevolezza che si sta dispiegando.
La seconda componente è detta dell’esperienza soggettiva e di cui abbiamo maggiore consapevolezza cosciente: alla valutazione cognitiva (in gran parte automatica sebbene consapevole) si aggiunge l’esperienza cosciente che si sta provando un’emozione. O meglio, percepisco attraverso i sensi interni che sto provando una emozione, attraverso due dimensioni: la tonalità affettiva (positiva, negativa oppure un mix di entrambe) e l’intensità.
La terza componente coinvolge ancora i sensi interni: è la propriocezione di una spinta ad agire o a pensare in funzione delle due componenti prima dette. Ad esempio propriocepisco che c’è qualcosa di saliente attorno a me, che mi sta stimolando emozione e che mi spinge a fare o pensare. Comprende l’intenzione e/o la pulsione (e il suo relativo grado di controllo) ad agire. Oltre quindi ad una reattività fisiologica che coinvolge il sistema nervoso autonomo (simpatico), e che costituisce la quarta componente, si avverte, e sempre per il tramite dei sensi interni, la reattività motoria nonché la spinta reattiva del sistema parasimpatico (l’altra metà del sistema nervoso autonomo).
La quarta componente, come già anticipato, è la reazione fisiologica, che parte dal sistema nervoso autonomo (sistema simpatico) e procede con l’attivazione dell’asse HPA.
La quinta componente è l’espressione facciale. Si tratta di una primissima forma di risposta muscolare e può essere reattiva oppure mediata.
L’ultima componente è la risposta vera e propria all’emozione, che può essere reattiva oppure mediata (strategia di coping). È come se l’impeto energetico scatenato fosse lasciato libero di fluire dopo aver sistemato alcuni argini e sbarramenti idonei a canalizzarlo verso un’azione la più efficace possibile.
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