Il counseling psicologico: una relazione di aiuto accessibile e focalizzata
Che cos’è il counseling psicologico?
Il counseling psicologico è una forma di relazione di aiuto che offre sostegno professionale a persone che si trovano ad affrontare momenti di difficoltà emotiva, stress o problemi relazionali. Come descritto da Roger Mucchielli nel suo libro Le relazioni di aiuto, il counseling psicologico si distingue da altre forme come il coaching, il mentoring o il counseling non psicologico, grazie alla sua focalizzazione sull’ascolto empatico e sull’empowerment della persona. In questo ambito, lo psicologo del counseling non fornisce semplici consigli, ma accompagna la persona verso una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie risorse, aiutandolo a trovare soluzioni concrete e realistiche ai problemi che affronta.
Che cos’è il counseling dialettico comportamentale?
Il counseling dialettico comportamentale è una forma specifica di counseling psicologico basata sui principi della dialectical behavior theory (DBT), un approccio strutturato che mira a sviluppare abilità pratiche per la gestione delle emozioni intense, dello stress e dei conflitti interpersonali. A differenza di altri metodi, il counseling DBT integra elementi di mindfulness e tecniche cognitive comportamentali, offrendo al cliente strumenti concreti per affrontare le sfide della vita quotidiana in modo più equilibrato. Questa forma di intervento è particolarmente utile per coloro che non soffrono di malattie mentali gravi, ma desiderano migliorare la qualità della propria vita attraverso strategie pratiche e applicabili.
Counseling psicologico vs psicoterapia: qual è la differenza?
La principale differenza tra counseling psicologico e psicoterapia risiede nell’obiettivo e nella durata dell’intervento. La psicoterapia, in particolare quella di matrice psicoanalitica o dinamica, tende a concentrarsi su questioni più profonde e croniche della personalità e della psiche, spesso associata al trattamento di malattie mentali. Freud stesso, pioniere della psicoanalisi, ha sviluppato un modello di intervento che si protrae nel tempo, con sedute regolari che possono durare anni. In Italia, l’offerta di psicoterapia all’interno del Servizio Sanitario Nazionale è limitata, rendendo necessario il ricorso a professionisti privati, il che comporta costi significativi.
La Psicoterapia nel SSN: una risorsa limitata e costosa
In Italia, l’accesso alla psicoterapia attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è fortemente limitato. Secondo i dati rilevati, il numero di psicologi nel SSN è diminuito nel tempo, con meno di 5.000 professionisti disponibili, equivalenti a un solo psicologo per circa 12.000 cittadini. Questo ha creato un divario significativo tra domanda e offerta di assistenza psicologica, evidenziato anche dal numero elevato di richieste per il bonus psicologo e dall’elevato numero di pazienti costretti a rivolgersi al settore privato per ottenere supporto.
Il sistema pubblico, pur prevedendo la presenza di psicologi in diversi ambiti sanitari, non riesce a soddisfare le crescenti necessità della popolazione, con il risultato che solo un paziente su quattro riesce a ricevere assistenza tramite il SSN. Questo scenario porta a una discriminazione tra chi può permettersi di accedere ai servizi psicologici privati e chi, invece, non ha alternative. Di conseguenza, la psicoterapia rimane spesso una soluzione accessibile solo per chi può permettersi i costi del settore privato, soprattutto quando le terapie si prolungano nel tempo.
Il counseling psicologico è una forma di intervento breve e focalizzata su specifici problemi o difficoltà sia momentanee che durature, con un approccio più concreto e pragmatico. Proprio per queste caratteristiche, il counseling è più accessibile, non solo economicamente, ma anche in termini di tempo.
Non si tratta di un intervento terapeutico interminabile, ma di un percorso strutturato che mira a risolvere problemi specifici in modo diretto e mirato. In molti casi, per il trattamento delle patologie mentali più serie, l’opzione di elezione rimane comunque il ricorso agli psicofarmaci, una scelta economicamente più sostenibile rispetto alla psicoterapia prolungata.
In sintesi, mentre la psicoterapia mira a esplorare le radici profonde di disagi psicologici a lungo termine, il counseling si concentra sul presente, aiutando le persone a superare sfide quotidiane con maggiore consapevolezza e competenza, il tutto in un contesto più accessibile sia dal punto di vista economico che temporale.
Differenze tra il counseling psicologico e altre relazioni di aiuto
Caratteristiche uniche del counseling psicologico
Assenza di giudizio e aspettative reciproche
Nel counseling psicologico, lo psicologo non impone condizioni o aspettative sul cliente, e non vi è un’aspettativa di aiuto reciproco. Questo crea un ambiente sicuro e focalizzato esclusivamente sulle necessità del cliente.
Confini chiari e obiettività
A differenza di altre relazioni di aiuto, il counseling psicologico stabilisce confini chiari, che permettono allo psicologo di mantenere un approccio empatico e non giudicante. Altri tipi di relazione di aiuto potrebbero essere meno oggettivi o offrire simpatia anziché vera empatia.
Ascolto attivo e mirato
Un elemento chiave del counseling psicologico è la qualità dell’ascolto, sviluppata attraverso un’adeguata formazione univrrsitaria e post universitaria. Lo psicologo del counseling ascolta non solo ciò che il cliente dice, ma anche ciò che intende comunicare.
Il ruolo della consapevolezza e accettazione nel counseling
Il counseling psicologico ha guadagnato sempre più consapevolezza pubblica negli ultimi anni, anche grazie alla promozione di servizi di supporto psicologico dopo programmi televisivi che trattano eventi traumatici o situazioni di violenza
Autodeterminazione
e chiarezza emotiva
Il counseling psicologico aiuta le persone a riscoprire il loro potenziale di autodeterminazione, spesso oscurato in momenti di stress o crisi emotiva. Lo psicologo del counseling facilita questo processo in modo non giudicante, aiutando le persone a esplorare le proprie esperienze e a trovare soluzioni.
Riservatezza
e limiti del counseling
La riservatezza è un principio cardine nel rapporto tra psicologo e cliente, anche se in alcuni contesti potrebbe non essere assoluta. In alcune situazioni, come nell’insegnamento, la riservatezza non può essere totalmente garantita, mentre nel counseling psicologico esistono comunque limiti specifici, come verrà approfondito in altre sezioni.
Approfondimenti
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Che cos’è il counseling psicologico?
Il counseling psicologico è una delle diverse attività regolate in Italia dalla legge n. 56 del 18 febbraio 1989, nota come legge Ossicini, che stabilisce i requisiti per l’esercizio della professione di psicologo. Solo i professionisti iscritti all’Albo degli Psicologi possono offrire questo servizio e sono pertanto definiti psicologi del counseling. A differenza di altre forme di “counseling”, come quello scolastico, finanziario o sportivo, il counseling psicologico non prevede la semplice somministrazione di consigli. Piuttosto, si fonda sulla costruzione di una relazione di aiuto basata sull’uguaglianza, il rispetto e l’assenza di conflitti di interesse. Il compito dello psicologo non è quello di fornire soluzioni dirette, ma di creare uno spazio sicuro e accogliente dove il cliente possa esplorare le proprie emozioni e sviluppare strategie efficaci per affrontare le difficoltà.
Il counseling psicologico si fonda su teorie psicologiche consolidate, come la terapia centrata sul cliente di Carl Rogers e la dialettica comportamentale di Marsha Linehan. Queste teorie forniscono le basi per l’intervento del counselor, aiutandolo a strutturare la relazione in modo efficace e a guidare il cliente attraverso processi di crescita e sviluppo personale.
Il vero obiettivo del counseling è aiutare i clienti a trovare risorse interne per affrontare i loro problemi. Quando i clienti acquisiscono una maggiore comprensione delle proprie difficoltà emotive, diventano più autosufficienti e imparano a considerare le opinioni altrui in modo più critico e distaccato. Questo rappresenta un importante passo verso lo sviluppo personale e l’empowerment.
Counseling psicologico vs. consulenze professionali
In molti contesti lavorativi si usa il termine “counseling” per descrivere attività di consulenza professionale, come quelle svolte da insegnanti, infermieri o assistenti sociali. Tuttavia, il counseling psicologico si distingue per il focus sull’ascolto empatico, sull’analisi delle dinamiche interiori del cliente e sull’assenza di consigli espliciti. Alcuni professionisti in altre aree possono integrare competenze di counseling per migliorare la loro comunicazione e il supporto ai clienti, ma non svolgono la funzione di psicologi del counseling nel loro lavoro quotidiano.
Counseling psicologico e le controversie attuali
Negli ultimi anni, si sono verificate diverse polemiche tra psicologi e counselor non psicologi riguardo all’esercizio della professione e alle competenze richieste. Alcuni psicologi, in particolare membri di consigli regionali degli Ordini, hanno spesso condotto campagne contro la figura del counselor, sostenendo la necessità di proteggere il campo d’azione degli psicologi. Tuttavia, molte di queste campagne si sono rivelate inefficaci nel creare un dialogo costruttivo.
Piuttosto che puntare a campagne denigratorie, che hanno spesso avuto scarso impatto, sarebbe auspicabile un approccio più razionale e dialogico. Un maggior senso di responsabilità e buon senso, soprattutto da parte di alcuni esponenti degli Ordini regionali, potrebbe favorire una riflessione più profonda sul ruolo di ciascuna figura professionale. Sembra infatti che in alcuni casi, l’attenzione sia stata posta più sulla visibilità personale o sulla ricerca del consenso, piuttosto che sul benessere collettivo e sulla definizione chiara delle competenze.
La differenza tra consigli e informazioni
Mentre il consiglio è necessario in alcuni ambiti, come quello medico, nel counseling psicologico si evita per rispettare la complessità delle emozioni del cliente. Tuttavia, in casi di emergenza o quando la sicurezza del cliente è in pericolo, il counselor può suggerire azioni alternative per proteggere il cliente. È importante distinguere tra fornire informazioni e dare consigli, anche se a volte la differenza può essere sottile.
Perché le persone cercano consulenza psicologica?
Le persone cercano consulenza per molte ragioni, che vanno da problemi specifici e ingestibili a una generale insoddisfazione o infelicità nella vita. Spesso, ci si trova in relazioni autodistruttive ripetitive o incapaci di prevedere le conseguenze delle proprie azioni. Alcuni esprimono confusione sul proprio comportamento, che, nonostante il desiderio di cambiare, risulta difficile da modificare. La mancanza di consapevolezza e di introspezione personale è un ostacolo significativo al cambiamento.
Altri possono cercare consulenza per sintomi psicosomatici come problemi cutanei, emicranie da tensione o disturbi del sonno, che persistono nonostante gli interventi medici. Difficoltà scolastiche, problemi lavorativi, bassa autostima e questioni legate all’assertività sono ulteriori motivi che spingono a cercare aiuto. Ansia, dipendenze, fobie e sentimenti di inutilità possono portare le persone a rivolgersi a un consulente, specialmente quando sentono di essere vicini a un crollo senza supporto.