teoria dell'identità sociale
Psicologia sociale

La teoria dell'identità sociale

In che modo entriamo in rapporto con gli altri

di Emanuele Fazio

La teoria dell’identità sociale (Tajfel & Turner, 1986), è una teoria della psicologia sociale dei gruppi, branca della psicologia sociale.
Quest’ultima, indaga le modalità e i processi attraverso i quali i pensieri, le emozioni e i comportamenti di un individuo sono influenzati dalla presenza reale, immaginaria o simbolicamente rappresentata di altre persone.
La psicologia dei gruppi indaga sia i processi attraverso i quali i pensieri, le emozioni e i comportamenti di un individuo sono influenzati da altre persone facenti parte del proprio gruppo sociale di appartenenza (processi di gruppo o relazioni intragruppo), sia i processi che influenzano le relazioni tra i gruppi, come ad esempio i pregiudizi, gli stereotipi, la competizione e i conflitti tra gruppi (relazioni intergruppo).

Emanuele Fazio Psicologo a Roma Nord

Cosa spiega la teoria dell’identità sociale?

La teoria dell’identità sociale descrive e spiega costrutti facenti parte di entrambi i processi sopra indicati, come ad esempio i pregiudizi, le discriminazioni (razziali, di genere, di orientamento sessuale), la stereotipizzazione, l’etnocentrismo, il conformismo, la coesione di gruppo e la psicologia sociale del linguaggio.
È importante distinguere tra le relazioni, i processi, le rappresentazioni e il comportamento tra gruppi o tra membri di gruppi diversi, e le relazioni, i processi, le rappresentazioni e il comportamento tra membri di uno stesso gruppo.

Relazioni tra gruppi

I primi sono associati all’identità sociale, la parte del concetto di sé che deriva dall’appartenenza a gruppi o categorie sociali, che vanno dalla famiglia alla nazionalità, passando dal tifo per la stessa squadra di calcio all’essere una squadra di calcio, dal votare per un partito politico o farne politicamente parte, e così via.

Relazioni nel gruppo

I secondi sono associati all’identità personale, la parte del concetto di sé che deriva dal possesso di determinate caratteristiche fisiche e psicologiche che rendono una persona unica rispetto a qualunque altra.
L’identità personale implica un senso di continuità, o la sensazione di essere oggi la stessa persona che si era ieri o l’anno scorso (nonostante i cambiamenti fisici o di altro tipo).
Tale senso deriva dalle sensazioni corporee; l’immagine corporea di una persona; e la sensazione che i propri ricordi, obiettivi, valori, aspettative e convinzioni appartengano al sé.

Concludendo

Secondo la teoria dell’identità sociale, ciascuno di noi percepisce sé stesso in modo diverso (da leggermente diverso a molto diverso) in momenti differenti della nostra quotidianità, a seconda del punto dell’asse identità individuale/identità sociale sul quale ci troviamo in un dato momento o in una data circostanza.
L’asse, detto anche continuum, vede ai due opposti l’identità personale e l’identità sociale.
Noi non siamo coscienti di tutti gli aspetti che compongono il nostro concetto di sé, oppure non ne facciamo esperienza cosciente simultaneamente, in quanto siamo influenzati dalla percezione di noi stessi in quel dato momento, percezione che è a sua volta influenzata dalla posizione sul continuum. La percezione di noi stessi influenza l’atteggiamento che assumiamo nei confronti di noi stessi e nei confronti degli altri, e a seguire influenza ogni nostro comportamento.
Le variabili coinvolte sono tante ed è impossibile individuare una catena casuale lineare.

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